domenica 26 gennaio 2014

Kawakami Hiromi, "Le donne del signor Nakano"


                                                            Voci da mondi diversi. Asia
                                                                         fresco di lettura





  Kawakami Hiromi, “Le donne del signor Nakano”
Ed. Einaudi, trad. Antonietta Pastore, pagg. 228, Euro 19,00

     Arioso. E’ la parola che mi viene in mente per definire il romanzo della scrittrice giapponese Kawakami Hiromi che ho appena finito di leggere, “Le donne del signor Nakano”. Arioso e ricco di un umorismo che potrebbe essere inglese se non fosse giapponese. Arioso nonostante si svolga tutto, o quasi, nel negozio di un rigattiere, ‘la bottega Nakano’, che immaginiamo stracolma di oggetti di ogni genere, non di antiquariato- il signor Nakano ci tiene a precisare- ma semplicemente vecchi. E non si immagini una girandola di donne intorno al non più giovane signor Nakano, nonostante il titolo che, non conoscendo il giapponese, non sappiamo se corrisponda all’originale. Sì, il signor Nakano è un donnaiolo, è arrivato alla terza moglie e ha, contemporaneamente un’amante- i suoi due impiegati hanno imparato che, quando il signor Nakano dice di andare in banca, in realtà va ad un appuntamento con una donna. Ma le vicende del romanzo, piccole storie quotidiane, riguardano sia lui, sia la commessa Hitomi (la voce narrante), sia il giovane aiutante Takeo, sia la sorella del signor Nakano, Masayo, una bella donna che aiuta in negozio quando non è intenta in una delle sue creazioni artistiche.
   
Magari è morto come un cane in un fossato.
   A quest’idea, ho provato una sensazione piacevole. Ma è svanita subito, e mi è venuto spontaneo pensare che i sentimenti sono un fastidio, vivere è un fastidio. L’amore, non ne voglio più sapere. Che bella cosa, se mi passasse anche il male alle spalle!
    
    Non succede nulla o quasi, almeno, non succede nulla di notevole: Nakano dirige la compra-vendita degli oggetti, manda Takeo alle aste o a ritirare anticaglia, è il giudice supremo di quello che vale la pena di acquistare, si comporta da fratello maggiore ‘sorvegliando’ la sorella (che di certo ha superato da un pezzo l’età di dover essere sorvegliata) che ha iniziato una nuova relazione, è piuttosto avaro quando si tratta di pagare Hitomi e Takeo. I quali sono lì lì per innamorarsi l’uno dell’altro, a Hitomi piace Takeo. Lui però è un tipo timido che confessa di avere qualche problema con il sesso- è sufficiente questo rapporto per la non giovanissima Hitomi che si sente sola? E poi ci sono gli oggetti che ‘capitano’ nel negozio, e le storie che nascondono: la coppa di celadon che non può essere venduta, il cliente chiede solo che la tengano su uno scaffale perché gli ha portato male; l’accendino che arriva dal Texas e che termina con una pistola da cui esce la fiamma (lo comprerà, stranamente, Takeo); la bottiglia nera come una perla; il tagliacarte (la cliente lo userà per accoltellare Nakano); un enorme poster con un’attrice famosa; e poi posacenere, scaldapiedi e altro ancora. Ogni oggetto l’occasione per una storia, per uno scambio di battute, per micro-riflessioni argute. 


   
     Ad un certo punto il signor Nakano chiude il negozio, vuole aprirne uno di vero antiquariato occidentale. C’è un salto temporale di parecchi anni dopo i quali i personaggi si incontrano di nuovo- ci sono tutti? come sono cambiati? Hitomi, con un poco di tristezza da sbornia, osserva che ‘la bottega Nakano’ non esiste più. “Invece la ‘bottega Nakano’ è immortale, -farfuglia il signor Nakano alzandosi in piedi”.
    “Le donne del signor Nakano” non è un libro indimenticabile, ma è una lettura molto piacevole, con dei dialoghi leggeri che fanno sorridere: è un libro che mette di buon umore.
                
La scrittrice Kawakami Hiromi