sabato 30 gennaio 2016

Rebecca West, “Il ritorno del soldato” ed. 2009

                                Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda
          prima guerra mondiale
          il libro dimenticato
          FRESCO DI LETTURA


Rebecca West, “Il ritorno del soldato”
Ed. Neri Pozza, trad. B.Bini, pagg. 143, Euro 10,20


   Baldry Court, 1916. Una splendida tenuta nell’idilliaca campagna inglese, quanto di più lontano possibile dal fango delle trincee e dagli orrori di una guerra di cui arrivano voci attutite. Il romanzo di Rebecca West si apre con due assenze e due presenze: Chris è al fronte, il piccolo Oliver è morto da tempo, nella casa rimodernata e perfetta vivono Kitty, la moglie di Chris e la cugina di lui, Jenny. Giornate lunghe e fatte di niente. Si nomina, ogni tanto, Chris, sperando che non gli succeda nulla e che ritorni presto. Pare strano che la stanza da gioco di Oliver sia usata dalla sua mamma per sedersi al sole facendosi asciugare i capelli- c’è qualcosa di fatuo in questo, manca un accenno al dolore. Si sottolinea tutto quello che è stato cambiato, nella casa e nel giardino, per volontà di Kitty, e anche questo è strano, c’è qualcosa di lezioso nella cura della bellezza delle cose quando il mondo sta andando in pezzi.

    Poi entra in scena Margaret, la donna rozza dalle ‘brutte’ mani, dal ridicolo cappello di paglia nero e l’incerata gialla: che cosa ha a che fare questa donna con la raffinatezza di Baldry Court? Anche lei non sa come dirlo, e quello che dice ha dell’incredibile. Chris sta male, è in un ospedale di Boulogne. La moglie e la cugina non le credono: come fa a saperlo questa estranea? Sarebbero dovute essere loro a ricevere la notizia. Ecco, qui sta il punto, che Margaret cerca di far capire con la delicatezza di cui è capace: lei conosceva molto bene Chris. Ma era quindici anni prima.
Rebecca West
    La letteratura inglese è ricca di romanzi, di poesie e di personaggi che hanno vissuto questa esperienza traumatizzante. E Chris, come molti di loro, è vittima della sindrome, mai messa a fuoco prima, dello shock della guerra. Non ha ferite sul corpo, Chris. Non è severamente menomato come Lord Chatterley. Ma ha cancellato dalla memoria quindici anni della sua vita. Non riconosce né la moglie né la casa così com’è ora. Riconosce, invece, sotto le nuove rughe, la pelle sciupata, il corpo un po’ sfatto, la donna che ha amato quindici anni prima e che per lui è rimasta la ragazza di allora. Sarà necessario un altro shock (ed è strano che né Kitty né Jenny ci abbiano pensato) per fargli ricordare tutto e farlo guarire.
Che cosa significa, però, la guarigione di Chris? E’ un bene o un male per lui? I cancelli del giardino dell’Eden si sono chiusi per sempre, il primo amore deve essere relegato in un cassetto della memoria, Chris deve fare i conti con il sentimento che lo ha portato a sposare la donna che pare, bella e raffinata, sì, ma scialba e fredda al confronto con Margaret. Soprattutto, se è guarito, Chris deve tornare al fronte, alla guerra che la misericordia dell’oblio ha allontanato da lui. E allora il titolo “Il ritorno del soldato” acquista un doppio significato- ritorno a casa e ritorno alle trincee.


     Lo stile raffinato di Rebecca West è quello del così tipico understatement inglese. La tragedia dei corpi dilaniati e delle grida e del sangue, il dramma degli storpi che tornano a casa per soffrire una mancanza di riconoscimento inversa a quella di Chris, il dolore bruciante della perdita- tutto questo è lontano dal mondo del romanzo della West. Bisogna cercarla, la tragedia, nascosta dietro l’idillio verdeggiante di Baldry Court. Ma è là, nel passo di Chris che incespica sugli scalini (non c’erano, prima), nella stanza che ora serve solo ad una donna un po’ frivola per asciugarsi i capelli.


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