sabato 29 aprile 2017

Sarah Waters, “Turno di notte” ed. 2006

                                       Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda
       seconda guerra mondiale
       il libro dimenticato

Sarah Waters, “Turno di notte”
Ed. Ponte alle Grazie, trad. G. Dell’Acqua, pagg. 416, Euro 11,05

       Londra. 1947. 1944. 1941. Una città e tre date. Si srotola all’indietro la storia dei personaggi del romanzo “Turno di notte” di Sarah Waters. Li incontriamo tutti, uno dopo l’altro, da soli o in coppia, due anni dopo la fine della guerra- Kay, che ostenta il taglio di capelli cortissimi e i pantaloni, incurante di sembrare un uomo; Helen, che soffre nel non poter vivere apertamente la sua relazione con Julia ed è tremendamente gelosa delle altre donne che Julia conosce; Viv, che porta avanti una stanca storia d’amore con un uomo sposato; Duncan, il fratello di Viv, che vive con un uomo più anziano che chiama ‘zio’ e incontra per caso un ragazzo che era con lui in prigione.
    Non è mai facile, iniziare a leggere una storia dalla fine. Però è stuzzicante. Dobbiamo cercare di capire quello che ancora non sappiamo, fare supposizioni che forse saranno smentite. Perché Kay si aggira da sola per la città? Che legame c’è- o c’era- tra Kay, Helen e Julia? E Viv, perché sobbalza nell’intravvedere Kay tra la folla, fa in modo di incontrarla di nuovo e le fa scivolare un anello in mano? Perché Duncan è stato in prigione? Dell’altro ragazzo viene detto che era un obiettore di coscienza, ma Duncan? E perché si autopunisce?

    Troveremo risposte parziali alle domande nella parte ‘1944’- l’apice della narrazione- e sapremo finalmente tutto, gli antefatti di tutto, nella parte ‘1941’.
Come nei romanzi di Sarah Waters che abbiamo già letto, ci rendiamo subito conto che la scrittrice dedica una particolare attenzione alle coppie ‘gay’, all’amore lesbico soprattutto. In “Turno di notte” c’è, tuttavia, un’ambientazione speciale- la guerra, che, in qualche maniera, riesce a rendere più importante questo legame tra donne e, nello stesso tempo, a farci sembrare irrilevante qualunque critica o scherno. Quando la vita potrebbe esserci tolta un momento per l’altro, che importanza ha se l’oggetto del nostro amore è del nostro stesso sesso? In un mondo che va in fiamme, l’amore, qualunque esso sia, è la cosa più preziosa da salvare dalle rovine. Non è un caso che Kay sia un’ausiliaria del turno di notte. ‘Turno di notte’- verrebbe di pensare a tutt’altro, leggendo queste parole staccate da ogni contesto. E, invece, il volontariato di Kay richiede coraggio, sangue freddo, forza fisica. Kay fa il turno di notte a guidare l’ambulanza che si reca immediatamente sul posto dove sono cadute le bombe, dove palazzi sono stati ridotti in macerie, dove si è fortunati se si riesce a salvare qualcuno, dove spesso si trovano corpi smembrati, madri istupidite dallo shock cercano i figli, bambini vagano tra rovine pericolanti cercando la mamma.


    Sarah Waters ha scelto con cura le storie che ci racconta dei suoi personaggi, le sue protagoniste ricalcano gli stessi sentimenti delle coppie etero- l’innamoramento, i giorni gloriosi della scoperta dell’altra, i regali e la gioia degli incontri, e poi la gelosia e la possessività (in anni diversi, la gelosia di Kay nei confronti di Helen è uguale a quella di Helen per Julia), il disamore. Sono rapporti che non ci disturbano affatto, ci turba di più la meschinità e il senso di sordido che ci trasmette l’anziano secondino della prigione, ci rattrista di più la gioventù sprecata di Viv che, forse, solo alla fine, riesce a dare un taglio alla lunga relazione senza speranza con un uomo che si è preso tutti i vantaggi della situazione.


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